Berlusconi dice che esiste un piano eversivo nei suoi confronti. Lo dice perchè tutti parlano delle mignotte che si fa recapitare a domicilio.
Eversione significa abbattere, annientare. Fa parte della normale dialettica democratica e del sistema di contrappesi che i media dovrebbero mettere in esercizio costantemente. Quello che lui chiama piano eversivo è la normalità in qualsiasi paese libero. Il 27 gennaio 1998 Bill Clinton, l’uomo più potente del mondo, comparve davanti alle telecamere per spiegare agli americani se Monica Lewinsky gli avesse o meno succhiato l’uccello. Se le sorti della democrazia più grande del mondo possono dipendere da una fellatio, evidentemente il fatto è di una qualche rilevanza.
Tutti abbiamo vizi privati e pubbliche virtù, ma nel momento in cui i vizi diventano pubblici, siamo sputtanati a vita. C’è chi cambia lavoro, chi si trasferisce in un’altra città, c’è perfino chi esagera e arriva a togliersi la vita. A maggior ragione, quando ricopri un incarico di rappresentanza e stai sputtanando tutti quelli che rappresenti, l’etica professionale dovrebbe importi le dimissioni immediate. Perchè Berlusconi non si dimette? Perchè questa, per dirla come la pensano all’estero, è una democrazia sui generis. Berlusconi scambia il consenso elettorale per un’investitura divina, e le elezioni per una lotteria: chi pesca il biglietto vincente si porta a casa il premio, è suo. L’Italia gli appartiene.
Talmente è radicato il concetto di proprietà privata in lui, che il pubblico e il privato si confondono continuamente. Le delegazioni istituzionali di altri paesi non si accolgono in Parlamento, ma direttamente a casa sua. Le leggi sono sue, ad personam, tanto che si è portato il suo avvocato per riscriverle. Le donne sono sue, non ha bisogno di pagarle: come un sultano benevolo, si limita a far loro dei regali. Gli aerei di stato sono i suoi. Le frequenze sono sue e delle sue televisioni. Chi crede alla storia delle gare di concessione è un povero ingenuo. La stampa è sua e non può permettersi di fare domande sgradite. Gli italiani sono suoi e decide lui cosa possono o non possono sapere. Chiunque lo critichi, chiunque metta in discussione la sua sovranità assoluta, compie un atto eversivo.
Non possiamo spiegare a Silvio Berlusconi che l’opposizione in un paese democratico non è un atto eversivo ma un processo legittimo garantito dalla Costituzione. Ha la sua età e se Ghedini non gli fa un disegnino non lo capisce. Però possiamo spiegare agli italiani che se c’è qualcuno che ha compiuto almeno un atto platealmente eversivo, riconosciuto come tale dal potere giudiziario, quello è proprio lui, membro con la tessera n°1816 del Piano di Rinascita Democratica perpetrato da Licio Gelli ai danni della Costituzione italiana.
Come dire… l’eversore per eccellenza che dà degli eversori agli altri.
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