Il paese si interroga sulle prestazioni sessuali del Premier. Repubblica e il Corriere dedicano pagine e pagine alle papy-girls, dando l’impressione di inasprire i toni. Ad un’analisi più attenta, stanno solo simulando l’ostilità di una stampa di fatto connivente. La maggior parte delle intervistate descrivono lo psicoPapy come un uomo dolce, dai toni garbati, che mostra le foto di famiglia, che si commuove sentendo le loro storie tristi e si prodiga in regali per tirarle su di morale. E’ la tecnica della satira addomesticata tipica di Striscia la Notizia: si finge di attaccare il Premier, ma in realtà si utilizzano argomenti deboli, che fanno leva sul senso di goliardia degli italiani, e che finiscono per renderlo perfino ancora più simpatico ai sudditi.
Non fatevi ingannare. Quando si scatena un gran polverone, chiedetevi sempre cosa stanno cercando di nascondere. Gli stessi giornali che riportavano gigantografie di Barbara Montereale e che dedicavano titoli di testa alle dichiarazioni di Lucia Rossini, nella stessa edizione riservavano un minuscolo riquadro, un francobollo, ai 426.000 italiani in più che nei primi tre mesi dell’anno hanno perso il lavoro. Per addolcire la pillola, hanno dimezzato i numeri lanciando nei titoli un 204 mila secco, ottenuto sottraendo 222 mila nuovi stranieri a raccogliere pomodori.
Mentre gli italiani vengono distratti, confusi, storditi e depistati, quasi nessuno si chiede perchè due giapponesi cercassero di lasciare l’Italia, attraversando la frontiera di Chiasso, con 249 bond della Federal Reserve statunitense, del valore nominale di 500 milioni di dollari ciascuno, più 10 bond Kennedy da 1 milardo di dollari ciascuno, occultati nel doppio fondo di una valigia, per un valore totale di 134 miliardi di dollari, cioè oltre 96 miliardi di euro. Il PIL della Nuova Zelanda. L’equivalente di due o tre finanziarie. Chi si sta preparando la fuga?
Ecco, nel nuovo servizio di Enzo Di Frenna, come il grande incantesimo della televisione stia progressivamente spegnendo la fiamma della consapevolezza.
No, caro Enzo, non progressivamente. L’ha già spenta.
IL SUPER EGO TELEVISIVO CHE DEFORMA GLI ITALIANI
di Enzo Di Frenna
In questo Paese la luce della coscienza si sta progressivamente spegnendo. La fiamma della consapevolezza, cioè quell’attitudine che ci permette di distinguere il vero dal falso, è soffocata da una informazione imbavagliata, censurata, e da una programmazione televisiva sempre più stupida, da programmi sempre più imbecilli, con salotti ingannatori dove un capo del governo deve addirittura difendersi dall’accusa di frequentare minorenni, cioè aspiranti veline che lui stesso ha creato.
Sentite cosa dice in questi giorni Aldo Grasso, uno dei più autorevoli critici televisivi, a proposito di Sarabanda, un programma studiato decisamente per distrarre la massa dai grandi problemi sociali di questo Paese. Nella sua discesa verso il peggio, è passato in questi giorni sotto il controllo della Endemol Italia, la società amministrata da Giampaolo Bassetti che produce anche format televisivi come il Grande Fratello, Chi vuol essere milionario, Affari Tuoi, L’uomo perfetto, solo per citare alcuni format.
Aldo Grasso: «Oggi parliamo di Sarabanda. La prima notizia è che è passato da Einstein a Endemol. La notizia bella sarebbe: passata da Einstein, cioè pensata da un cervellone, a Leonardo Da Vinci. Invece si tratta solo di case editrici, ma è un terreno che non ci interessa assolutamente. Invece la seconda notizia è che non c’è più Enrico Papi a condurla, ma c’è Teo Mammuccari. Ora voi ricorderete che per un certo periodo Papi è stato il re della tv deficiente, secondo l’aurea definizione della signora Ciampi. E invece Teo Mammuccari è conosciuto perché re della tv coatta…»
La Endemol è solo una delle tante società che hanno contribuito a costruire una televisione che, sostanzialmente, è un grande incantesimo. E quest’incantesimo, in quindici anni, ha lavorato all’esaltazione dell’ego individuale, cioè il Super Ego di cui si parla in psicologia e che ha un ottimo rappresentato nell’attuale presidente del Consiglio, con le sua ossessione di creare un modello di realtà e di Italia basato sulla fiction, cioè la finzione.
Questo modello televisivo sta formando e deformando la mente degli italiani. Non è un progetto causale, perché il Super Ego altera la realtà, confonde il vero e il falso, e dunque è più facile esercitare il controllo. Freud definiva l’ego la struttura psichica che ci consente di relazionarci col mondo esterno. La psicologia moderna lo chiama io. E quando l’io si deforma, cioè quando l’ego perde il contatto con le altre parti della nostra coscienza, allora si forma un Super Ego, o Super Io. Usando le parole che ho trovato su Wikipedia – la libera enciclopedia della Rete – si può dire che l’obiettivo finale del Super Ego è puntare a un’ideale modo di essere, attraverso comandi e divieti. Leggo sempre da Internet: «E’ un censore che giudica gli atti e i desideri dell’uomo, e l’obiettivo è la costruzione di una realtà e un’immagine del mondo che viene imposta agli altri e a qualunque tipo di relazione.»
Il Super Ego – chiamato anche Giudice Interiore – è spesso frutto di condizionamenti che risalgono ai modelli imposti dai genitori, dagli educatori, ma anche dagli indottrinatori e manipolatori di professione, che forniscono un modello di vita: si deve essere così, si vive in questo modo, questo modalità è giusta, quest’altra è sbagliata. Questa tendenza crea spesso individui esaltati, quasi sempre scollegati dalla realtà che li circonda. Nelle organizzazioni politiche e religiose estreme spesso si annida proprio la logica del Super Ego: io sono ed esisto col mio mondo, tutto il resto non esiste.
Cosa succede quando il Super Ego si proietta in televisione? Cosa accade quando la visione di un singolo, della sua realtà, del suo mondo, è imposta attraverso milioni di teleschermi tutti sintonizzati sulla stessa informazione? Accade una cosa semplice: si introietta un virus.
Per capire meglio come funziona questo specchio deformato, che potremmo paragonare a uno schermo malefico, cioè a un tele-visore-mentale che impone idee e comportamenti, il blog ha intervistato due esperti di Super Ego. Il primo è Avikal Costantino, antropologo e autore del libro Il Giudice Interiore (edizioni Tecniche Nuove), ma soprattutto trainer di gruppi che lavorano sulla consapevolezza di questo meccanismo. Il secondo esperto è Renata Taddei, psicologa e psicoterapeuta, esperta di tossicodipendenze e dipendenze digitali. Sentiamoli.
Avikal Costantino: «Il Giudice Interiore è quello che ha il compito fondamentale di garantire l’adattamento dell’individuo alle regole. Le regole che sono inzialmente create dall’ambiente familiare, poi ampliate dalla scuola, dalla società, dall’indrottinamento religioso e così via. Quindi il Giudice Interiore – come hai detto tu chiamato anche Super Ego che è il nome che usa Freud – fa esattamente anche quello che la parola dice: Super Ego sta sopra l’ego, quindi mantiene una relazione di autorità, come fanno i genitori o l’autorità in genere nei confronti del bambino, cioè nei confronti dell’ego».
Enzo Di Frenna: «Tu vivi in Australia. Come vedi da lontano la situazione dell’informazione italiana, soprattutto quella televisiva?»
Avikal Costantino: «Noiosa, ripetitiva, fondamentalmente immobile e con una deprimente mancanza di novità».
Renata Taddei: «Dal punto di vista psicoanalitico il Super Ego è una istanza formatasi nell prima infanzia, introiettando i valori, i miti, la cultura prevalentemente di tipo genitoriale.»
Catia Barone: «E’ possibile che questo modello di televisione incentrata sul narcisismo, sull’individualismo, favorisca la formazione del Super Ego nella coscienza collettiva? E in che modo accade?»
Renata Taddei: «Il Super Ego è appunto formato da tutto quello che concorre a tutti i livelli, e quindi culturale e sociale. Purtroppo quello che è il vostro lavoro, quindi la comunicazione – come comunicare, che cosa dire – va a influire moltissimo sulla storia di un paese. E lo sappiamo e lo vediamo tutti i giorni. E non solo sulla storia del paese, ma anche dell’individuo a tutti i livelli: conferendo anche dei falsi problemi e false patologie. Noi assistiamo oggi a tutta una serie di false patologie e falsi problemi ingigantiti da un discorso massificato. La televisione ha un ruolo. e ha avuto sempre un ruolo molto importante e ben lo sanno chi della televisione fa un potere. Il problema è proprio che il super io interiorizzato, proiettivo, si forma proprio da quello che si ascolta al di fuori dei propri genitori. In una società in cui la situazione genitoriale viene a cadere molto presto, quindi l’identificazione con i genitori viene ad essere presto – ben prima dell’adolescenza – non più un punto di riferimento, cioè non è più il gruppo a cui rifarsi, abbiamo oggi queste comunicazioni: quindi vedi Facebook, Messenger, e vedi soprattutto quello che arriva come un maternage, come qualcosa che viene dato come un latte. Ed è quello che noi prendiamo da quello che ascoltiamo e vediamo. La televisione fa parte di questo latte. Cioè noi riceviamo senza una possibilità di cambiamento, qualcosa che ci viene da “altro”»
Enzo Di Frenna
Il blog di Enzo Di Frenna.
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