Dal 1975 al 2000, un milione di persone hanno smesso di leggere i giornali. Un milione di persone in più che si formano esclusivamente sui telegiornali, fagocitate da quel 95,9% di italiani che suggono le notizie che i dipendenti Mediaset e Rai decidono di passare.
Viceversa, all’inizio del 2008 solo il 38,8% di connazionali disponeva di un collegamento a internet, ma quasi la metà di loro litigavano ancora con un piccolo esasperante modem. [Dati Censis: la società italiana al 2008]
In soldoni, significa che su 60 milioni di abitanti, oltre 57 milioni guardano la televisione, 30 milioni leggono i quotidiani a pagamento e solo 13 milioni hanno una connessione ad internet che si possa definire tale.
Per decidere chi votare, la gente guarda il TG1 e il TG5. Solo tra il 2006 e il 2008, 2 milioni e mezzo di persone in più si sono affidate ai consigli per gli acquisti elettorali dei telegiornali. Nello stesso periodo, i giornali hanno invece perso il potere di influenzare il voto di ben 4 milioni di persone. L’hanno perso a favore di internet. Il 7,6% degli italiani (4 milioni e mezzo di loro) ha messo una croce su una scheda dopo essersi informata su internet. Una buona notizia. Quella cattiva è che ci sono quasi ben 19 milioni di persone che navigano esclusivamente alla ricerca di gossip, entertainment e poco più.
Tra chi si preoccupa del destino dei giornali c’è l’Osservatorio Permanente Giovani – Editori. La loro missione? Contribuire a fare dei giovani di oggi i cittadini di domani. Cittadini informati, consapevoli, responsabili, liberi. …Fantastico!
Nel comitato di indirizzo dell’Osservatorio figura Cesare Romiti. Condannato a 11 mesi e 10 giorni per irregolarità relative al periodo in cui ricopriva la carica di amministratore delegato del gruppo Fiat. Consigliere in Rcs MediaGroup. Fondatore della società di costruzioni e ingegneria Impregilo. Quella i cui amministratori furono rinviati a giudizio a Napoli per lo scandalo dei rifiuti. Quella che ha costruito l’Ospedale San Salvatore a L’Aquila, inagibile al 90%. Fondatore della società finanziaria Gemina, azionista di Rcs Mediagroup, che poi cede il suo pacchetto a Mediobanca, di cui Silvio Berlusconi detiene il 2,060% direttamente tramite la Fininvest, e il 3,383% tramite Mediolanum, a sua volta controllata da Fininvest.
Ora è più chiaro che genere di cittadini informati, consapevoli, responsabili, liberi vuole crescere l’Osservatorio Permamente. E si capisce anche perché al convegno “Crescere tra le righe“, ci fosse anche Fedele Confalonieri, il Presidente di Mediaset, che sollecitato ad intervenire sulla questione della libertà di stampa, dopo che Mentana ha chiamato Mediaset il Comitato Elettorale del PDL, ha affermato: «Ho notato che se non parli bene delle persone, che siano politici, letterati, sportivi o altro, se vedono un articolino» si lamentano e ciò «vale da Berlusconi e Mike Buongiorno». Ma nel caso di Berlusconi, «se non sono d’accordo con lui si discute, c’è dialettica e poi lui ti lascia fare quello che vuoi perchè è veramente una persona liberale». [Fonte: Corriere della Sera]
Tra Fedele Confalonieri e Indro Montanelli, mi fido più di Montanelli, il quale aveva le idee precise sulla liberalità di Silvio Berlusconi come editore. Ma non voglio rovinarvi la sorpresa. Vi lascio con un mio video del 6 maggio 2008, in testa all’articolo, che sarà fonte di interessanti spunti di riflessione, e con il post “Berlusconi editore liberale o illiberale?“.
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