L’Islanda dice “ciao ciao” alla UE. Nonostante si fosse candidata a farne parte nel 2010, per mano di un governo socialdemocratico, ha deciso ora di ritirare la sua candidatura. Lo annuncia il Ministro degli Esteri di Reykjavik, Gunnar Bragi Sveinsson, in una lettera inviata alla Lettonia, il paese che ha la presidenza di turno del Consiglio Ue.Per il governo di Reykjavik i negoziati si chiudono qui, perché “gli interessi dell’Islanda si servono meglio fuori dall’Unione europea“. Fra le ragioni che hanno spinto l’Islanda ad abbandonare il progetto ci sono le quote sulla pesca, uno dei pilastri dell’economia del paese. Ma quello che non trovate citato da nessuna parte è il commento più forte di Sveinsson, sulla sua pagina Facebook: “Nel caso in cui il processo di adesione all’Unione Europea dovesse ricominciare daccapo, l’attuale Governo ritiene molto importante che non si faccia senza chiedere nulla alla gente“. Ovvero: “La prossima volta fate decidere i cittadini“, la frase che tutti vorremmo dire.
Ricordo che l’Islanda è quel posto dove la Costituzione è stata riscritta via Internet e dove si è lavorato per un modello di informazione denominato IMMI (Islandic Modern Media Initiative), secondo cui ad esempio i blogger non sarebbero stati responsabili di quello che scrivono: nessuno avrebbe potuto fare loro causa, neppure se avessero pubblicato segreti di Stato o militari. Non solo, se avessero ricevuto intimidazioni legali, gli autori di tali minacce sarebbero stati contro-querelati dallo Stato all’istante. Un altro pianeta.
Circa un anno fa, le due formazioni conservatrici ed euroscettiche che nel 2013 sono arrivate al potere si erano accordate su un progetto di legge che chiedeva al governo di “ritirare la candidatura per l’adesione all’Unione Europea“. Gunnar Bragi Sveinsson aveva dichiarato: “Questo progetto di legge sarà di mia responsabilità. Era stato il ministero degli Esteri a presentare la candidatura, è quindi naturale che sia io a presentare il progetto per ritirarlo“. Immediatamente dopo, oltre 32mila islandesi avevano firmato una petizione che proponeva un referendum per proseguire i negoziati di adesione, ma i recenti sondaggi hanno mostrato che gli islandesi vogliono tenersi alla larga dall’Unione Europea.
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[Vale anche per https://www.byoblu.com/post/2010/07/26/questo-blog-batte-bandiera-islandese.aspx, dove non riesco a commentare]
Perché in Italia non spingete per questo?
http://www.ybnd.eu/docs/Mat_fibra.pdf
E’ gratis, e strategico per il futuro digitale e democratico del paese.
Sarebbe un solido passo concreto per l’Italian Modern Media Initiative…
Ciao Alfredo!
Guarda cosa è successo con la fibra in Sardegna…
http://www.regione.sardegna.it/j/v/40?s=1&v=9&c=6861&na=1&va=2
Bel progetto solo che con la sottocultura del furto e della truffa che tanto il più furbo la “sgama” sempre…
http://www.ansa.it/sardegna/notizie/2015/03/25/truffano-mise-per-lavori-fibra-ottica_cb5cd561-8f0d-4947-8771-2c875b12f857.html
Ciao
Bravi, stanno facendo grandi cose, ma ci sono profonde differenze che rendono molto difficili le stesse cose in altri luoghi. In primis la dimensione, sono 300.000 persone che vivono prevalentemente in una sola città: una provincia italiana ne conta facilmente il triplo. In secondo luogo la cultura, legata profondamente all’onestà e al mutuo aiuto tra islandesi, che qualche volta li spinge anche a non vedere di buon occhio chi viene da fuori dall’isola.
Detto questo l’Italia avrebbe un grandissimo bisogno di discutere in modo un po’ più articolato e pragmatico del suo futuro, della cultura, della libertà di informazione, e anche del rapporto con l’Europa.
E’giustissimo e necessario che tra i popoli europei consapevoli e/o con voglia di sapere e di liberarsi delle criminali ed assasine regole della ue possano comunicare e condividere l intento sano….
Da loro si pratica la Democrazia diretta, da noi NO!
Da loro si attuano politiche nel interesse comunè da noi si attuano politiche nel interesse di pochi.
Eilà! Come passa il tempo! Sembra ieri l’Islandexit!