di Dario Savastano
09/02/2021 – Nei giorni scorsi l’Agenzia svizzera per il farmaco aveva comunicato di non avere dati a sufficienza in merito al rapporto rischi/benefici del vaccino contro il Covid-19 prodotto dall’azienda AstraZeneca.
Ora è il turno del Sudafrica che, come riportato dalla CNN, ha deciso, di sospendere la campagna di distribuzione del vaccino dell’azienda anglo-svedese.
Le motivazioni addotte sono tuttavia differenti rispetto a quelle dalla Svizzera. Infatti, il ministro della Salute sudafricano ha dichiarato di voler sospendere l’uso del vaccino di AstraZeneca poiché offrirebbe soltanto una “protezione minima” contro le forme lievi e moderate della malattia causata dalla variante sudafricana del Covid-19, mentre si continuerà a procedere con la somministrazione dei vaccini creati da Pfizer/BionTech e Johnson & Johnson.
Il Sudafrica ha sinora classificato circa 46.000 morti, dall’inizio dell’emergenza, come decessi per Covid, un numero fortemente squilibrato rispetto a quello comunicato da stati confinanti come la Namibia, lo Zimbabwe,il Botswana o il resto dell’Africa subsahariana che insieme non raggiungono il numero di decessi dichiarati dalla sola Italia, il che potrebbe far supporre che questo virus agisce in modi diversi una volta superati i confini nazionali.
Sembrano dunque trovare conferma le perplessità di molti esperti del settore in merito alla possibilità di prevenire l’insorgere di questa patologia attraverso i vaccini, data la grande mutabilità caratteristica dei Coronavirus.
Allo stesso modo sembrano realizzarsi le previsioni di chi paventava un uso strumentale delle mutazioni del virus SARS-COV 2 e della conseguente inefficacia su di esse dei vaccini, smontando così il mantra che sentiamo ripetere dallo scorso marzo in base al quale “solo il vaccino ci salverà”.
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