Cade l’accusa di epidemia colposa nei confronti di Mattia Florulli, il titolare del pub Halloween di Bologna che ha sfidato i dpcm, mantenendo aperta la propria attività anche oltre gli orari consentiti con un atto di disobbedienza civile o di obbedienza costituzionale, visto che l’articolo 1 della Costituzione stabilisce che: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”.
Cosa era successo al pub Halloween?
Il locale era stato sottoposto a sequestro preventivo effettuato dalla polizia, che aveva accertato violazioni della normativa anti covid. Il provvedimento di sequestro era stato convalidato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bologna.
Il pub ribelle o “negazionista”, com’era stato definito in senso dispregiativo dalla maggior parte della stampa, era stato raggiunto da provvedimenti di chiusura emessi dal sindaco e dal Questore di Bologna.
In una delle serate di apertura, in seguito all’adesione alla protesta di #IoApro, il titolare aveva avuto uno screzio con un cronista de La Repubblica, che era entrato nel locale per filmare il rispetto o meno delle regole da parte dei clienti e dei gestori.
Cosa ha detto il Tribunale del Riesame?
Il Tribunale del Riesame, adesso, ha annullato l’imputazione più grave, cioè quella di epidemia colposa. Il titolare del pub era stato infatti accusato di aver creato le condizioni per favorire e determinare la diffusione del contagio da Covid19 con la sua decisione di restare aperto. Per questo motivo i giudici del Tribunale del Riesame hanno disposto il dissequestro del locale e la sua restituzione al titolare.
I giudici hanno però confermato l’imputazione dell’articolo 650 c.p., cioè quella relativa al mancato rispetto degli ordini emessi dal Sindaco e dal Questore. Per questo motivo rimane ancora il sequestro preventivo della società e l’impossibilità effettiva per il Florulli di riaprire l’attività.
Il Tribunale del Riesame non ha seguito l’orientamento inaugurato da un pubblico ministero della Procura della Repubblica di Modena che, in precedenza, non aveva convalidato il sequestro preventivo della palestra GimFive di Vignola, in provincia di Modena, chiarendo che non possono applicarsi sanzioni di tipo penale in caso di violazione dei dpcm.
L’avvocato Mauro Sandri, legale della società che gestisce il pub, ha espresso soddisfazione per l’annullamento dell’accusa di epidemia colposa e ha detto che procederà a richiedere il risarcimento di danni. “Se il sequestro rimane per il mancato rispetto delle ordinanze, è legittimo pensare che il pub possa riaprire allo scadere del periodo di validità di questi provvedimenti”, ha commentato l’avvocato che ha annunciato che farà ricorso in Cassazione contro la pronuncia.
I ricorsi al TAR del Lazio contro i dpcm
Intanto il contrasto legale ai dpcm continua anche dinanzi ad altri organi giudiziari. Oggi si è tenuta un’udienza al TAR Lazio che è competente a pronunciarsi sulla richiesta di annullamento dei dpcm. I giudici hanno iniziato a discutere sui dpcm di dicembre e gennaio e sui provvedimenti relativi all’obbligo di indossare le mascherine a scuola per i minori. È attesa a breve una pronuncia del Tribunale amministrativo del Lazio.
La necessità di un giusto bilanciamento tra salute e diritti fondamentali
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